programma
farò passare
un po’ di tempo
giocando con una
matita morsicata
gialla scrostata
da canini in trance

scaduto
era scaduto
me l’hai offerto ugualmente
o forse facevi finta?
sarebbe grave
in quel caso

fortunatamente
mi han detto
che vivremo
una sola volta

noia
si srotola in fretta
la melanconia
tornando a me

fuori tempo massimo
si è procurato
una bella impostazione
ci si crogiola ci si rotola
sguazzando come un porco
sguazzando nel fango
della sua persona
si pulisce
rinnova pelle e sentimenti

Ou Zêna se mustra nua
dove calafatano pescherecci
dove carabinieri
scoppiano in faccia
dove soprelevate
sezionano agorà
Zêna se mustra nua

lusso
amore
sei troppo dolce
e tu
sei troppo carino
fine di un amore

me ne vado
ciao

di poco
ho sbagliato
lo rifarò
tentando
di incrementare
quell’inezia di fallimento

meraviglia
prima dell’aurora
assonnarsi svegliandosi
e
andare
in bagno

mirada nùmeru kimbe
sa linna 'e sa mesa mea
est acarraxada de pintzos
vitaniamenti et afoxada de tintas
su mònitor spacau me ispija
m'abàidu e in s'intere mi kàstiu


quinto punto di vista
il legno del mio tavolo
perennemente affollato di oggetti
intriso di inchiostri
il monitor spento mi specchia
mi osservo che mi osservo

nenia blasfema
e cinquecento
cantilene
che si cantano
in due minuti
non ti bastano
per comprendere
gli assoluti

chiavi
magari
quella accanto
è una assassina
la tragedia in un
portachiavi

vita di film
i nipotini dei fiori
interpretano vite
dal cui senso fuggono

dopo mezza serata in celluloide
devo veramente scappare

mio dio
dubito in te
oh mio dio
detesto te
oh io dio
spero in te
oh mio io

bancone
un tramezzino
e un succo gastrico
grazie

attenzione
dietro una maschera
si può morire
ciechi, muti e sudati

alter ego
a palas ‘e un’iskàranu
si podet morrer
intzurpos, calyados, suerados


alter ego
dietro una maschera
si può morire
ciechi, muti, sudati


alter ego
hinter einer maske
kann man sterben
blind, stumm, verschwitzt

orizzonte
se tu
guardi bene
e scruti una volta tanto
potrai vedermi
laggiù
sulla linea di quell’orizzonte
confine dell’inutile e del concreto

casa
una porta
che apro
senza guardare le chiavi
è casa mia

un luogo
che vivo
senza chiedere quando
andare via
è casa mia